IL MOBBING DELLA CAROTA

Posted on 25 gennaio 2010

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Per capire la profonda genialità dell’innovazione di Brent Shulkin è utile fare una brevissima storia dell’attivismo ecologista che oramai si può solo dividere in due uniche, semplicissime ere: prima del Carrotmob e dopo il Carrotmob.

PRIMA (o “Era del bastone”)
Cortei, slogan, sit in, cartelli, manifestazioni, boicottaggio delle “aziende cattive”, parecchi striscioni, molte urla, qualche insulto. Risultato? Pressochè nessuno. O meglio, nessuno di quelli che gli attivisti si proponevano di raggiungere: chi inquinava continuava a farlo e loro tornavano a casa pieni di maledizioni e improperi che chi si vedeva accusato non gli risparmiava affatto. Nella peggiore delle ipotesi si ritrovavano addirittura un pò ammaccati.

DOPO (o “Era della carota”)
L’intuizione di Brent Shulkin nasce dall’evidente fallimento della “politica del bastone” da sempre adottata e cerca di trovare una soluzione efficace ribaltando il fine stesso del movimento ecologista. 
Avete presente l’ asino che si muove soltanto a suon di bastonate o col miraggio di una succulenta carota? Bene, ora fate finta che tutte le industrie e i negozi che inquinano senza curarsene siano altrettanti ciuchini riottosi mentre gli ecologisti il padrone che vorrebbe condurli verso un comportamento più corretto nei confronti dell’ambiente. La strategia del bastone, lo scontro, non ha funzionato: è il tempo di convincere i nostri asinelli con qualcosa che li interessi veramente: la carota, che, fuor di metafora, altro non è che il guadagno.
La dinamica è semplice: Brent va da un negozio (o da un supermercato, o un grande magazzino, insomma un qualsiasi posto dove la gente va per comprare) e gli assicura di portargli, in un giorno prefissato, un numero incredibilmente alto di clienti ma se e solo se parte del ricavato “straordinario” così ottenuto verrà poi reinvestito dal negozio stesso per diventare più eco-compatibile.
Esempio: a San Francisco un piccolo drug store ha accettato la proposta di Brent e ha guadagnato una “carota” di ben 9200 dollari, quattro volte l’incasso normale. Il 22% del ricavato (2000 dollari circa) sono stati usati per dotare il negozio di un sistema di illuminazione a risparmio energetico.
L’asino è andato dove voleva il padrone, e tutti vissero felici e contenti.

Felici e soddisfatti del sistema del Carrotmob infatti non sono solo i negozianti, gli organizzatori e gli ecologisti più convinti, ma anche le persone normali che, pur sensibili al problema dell’eco-sostenibilità, non trovano il tempo di partecipare alle manifestazioni o, semplicemente, non ne condividono le modalità. In questo modo chiunque può contribuire al successo dell’iniziativa semplicemente scegliendo di andare a comprare ciò che gli serve presso il negozio segnalato nel giorno prescelto. Una mail inviata qualche giorno prima avvisa gli iscritti al sito quando avverrà un Carrotmob nella loro zona o città, permettendo a tutti di ripulire il pianeta riempiendo il carrello della spesa.

So di averlo già detto all’inizio, ma in questo caso la ripetizione è d’obbligo: Brent Shulkin è un genio.

Carrotmob.org

Photo credits: Frames of reference

 

Posted in: 2010